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Marco Bachelli 

 

Il marmo rosa di Gimigliano

 

Gimigliano è un caratteristico paesino situato sulla Sila Piccola in provincia di Catanzaro le cui origini risalgono a poco prima dell’anno Mille dall’unione di più villaggi della zona in due grossi agglomerati costruiti sul monte SS. Salvatore (Gimigliano inferiore e Gimigliano Superiore) ed è famoso per il bellissimo marmo verde (verde calabria ed in particolare la varietà “verde alpi”) che si estraeva nelle cave, ora inattive, situate nella valle del fiume Corace.

La pietra verde di Gimigliano e del monte Reventino litologicamente è rappresentata da scisti filladici verdi, serpentiniti ed oficalci del complesso ofiolitico affiorante in una amplia zona del catanzarese (Monte Reventino, valle del Savuto, valle del Corace) e di questa pietra parleremo dettagliatamente in un apposito capitolo.

Parliamo adesso di un bellissimo marmo rosa che affiora nella parte alta di Gimigliano  e che in passato è stato estratto in una piccola cava in contrada Calvario.

Emilio Cortese nella sua “Descrizione geologica della Calabria” colloca i calcari cristallini di Gimigliano tra le “roccie accidentali” dell’Arcaico: “i calcari cristallini della fillade, sono più specialmente scuri o nerastri, e ne abbiamo delle grandi masse presso Catanzaro, a Tiriolo, a Gimigliano……..Però insieme ai calcari scuri si hanno anche, e nelle stesse località, dei calcari bianchissimi, simili a marmo, e così a Gimigliano……..e a Gimigliano è in qualche luogo rosato, in modo da divenire un vero e bellissimo marmo persichino”; nel capitolo relativo ai materiali edilizi cita: “Il marmo rosato (persichino) si trova soltanto presso Gimigliano Superiore, in masse limitate”.

Francesco Penta nella sua pubblicazione del 1932  “Marmi graniti e porfidi della Calabria” cita i calcari cristallini racchiusi nelle filladi  dei pressi di Catanzaro, Tiriolo e Gimigliano e tra questi il marmo persichino di Gimigliano del quale scrive: “quattro colonne monolitiche alte tre metri della facciata della chiesa di Gimigliano mostrano le belle varietà del marmo rosa avanti accennato”.

Geologicamente la zona di Tiriolo/Gimigliano è piuttosto complessa in quanto vi affiorano le rocce di varie unità strutturali (falde) costituite ciascuna da una serie di rocce di diversa natura ed età geologica; strutturalmente dal basso verso l’alto troviamo: l’unità di Gimigliano-Monte Reventino, l’Unità del Frido, l’unità di Bagni, l’unità di Castagna e l’unità di Stilo; l’unità di Stilo affiora soprattutto nella zona di Tiriolo, mentre nella valle del fiume Corace, a seguito di complessi processi tettonici ed erosivi, affiorano le rocce della più profonda unità ofiolitica di Gimigliano-Monte Reventino (finestra tettonica) o “unità ofiolitica inferiore”, e piccoli lembi (es. zona del cimitero) dell’unità del Frido o “unità ofiolitica superiore”; a monte della strada Gimigliano-Tiriolo, nella zona del fosso Stretto e del fosso Patia, affiorano gli scisti dell’unità di Bagni (ed in queste rocce, nella parte alta del fosso Patia, troviamo il giacimento di ferro coltivato nel periodo 1940 – 1950), mentre le cime del monte Farinella e del Colle Pallone sono costituite da rocce dell’unità di Castagna; aggiungiamo poi varie zone dove troviamo una copertura di depositi del Miocene superiore–Pliocene e Quaternari per avere un’idea di quanto lavoro hanno avuto i geologi che hanno studiato questa zona (situazioni così complesse sono frequenti in molte zone della Calabria).

Seppur superato da lavori più recenti, come quelli di Amodio Morelli ed al. (1976), Rossetti ed al. (2002), Liberi ed al. (2006) solo per citarne alcuni dei più interessanti, lo studio di Colonna e Zanettin Lorenzoni (1972) contiene interessanti informazioni: questi autori collocano i calcari ed il marmo rosa nel “livello calcareo ad anageniti” della serie di Gimigliano dove, oltre ad anageniti, filladi quarzitiche anagenitiche, quarziti filladiche, quarziti anagenitiche e scisti policromi, si trovano i calcari che vengono così descritti: “calcari generalmente giallo chiaro con listature grigie spesso fratturati e ricementati a formare brecce a cemento carbonatico bianco. Assai meno diffuso ma caratteristico è il calcare rosa di Gimigliano: oltre che sulla paretina che spicca per il suo colore contrastante con quello degli uliveti ad E di Gimigliano, esso si trova occasionalmente anche in altri punti del livello ad anageniti. Si tratta di una minuta breccia a frammenti in parte spigolosi di colore rosa cementati da sottili vene carbonatiche bianche o gialline. Da alcune analisi diffrattometriche sui diversi tipi di calcari…… è risultato che i calcari del livello ad anageniti sono da debolmente a leggermente dolomitici; soltanto il calcare rosa di Gimigliano è risultato fortemente dolomitico”.

Dallo stesso lavoro si apprende inoltre che in questi calcari (a contrada Pizzi e poco ad E di Gimigliano Superiore) sono stati trovati alcuni microfossili (Trocholina Multispira, Trocholina Biconvexas, Involutiva sp. Probabile Agathammina Austroalpina) che indicherebbero un’età Ladinico-Carnica (era Mesozoico, periodo Triassico, circa 200 milioni di anni fà).

Nelle rocce paleozoiche dell’unità di Gimigliano-Monte Reventino (serpentiniti e oficalci) affioranti soprattutto nell’alveo del fiume Corace sono state aperte le cave del marmo verde, mentre nei livelli calcarei mesozoici della stessa unità è stata aperta la cava di marmo rosa;  da quanto ho potuto constatare in loco l’affioramento è effettivamente di piccolissima entità e quindi non economicamente sfruttabile a livello industriale, ma potrebbe essere sfruttato per piccoli lavori di artigianato.

Il marmo (breccia calcareo-dolomitica) di colore rosa di varia tonalità con screziature bianche e talvolta gialle, è facilmente lucidabile e di straordinario effetto estetico tanto che potrebbe essere utilizzato con soddisfazione per la realizzazione di cabochon per gioielli.

Chi è appassionato alle rocce ed ai minerali della Calabria avrà certamente un campione di questa splendida pietra in collezione.

Dal punto di vista puramente mineralogico segnalo la presenza di sottili litoclasi nel marmo tappezzate da cristalli scalenoedrici biancastri di calcite di dimensione inferiore al centimetro.

Itinerario: Salire verso Gimigliano Superiore, appena passata la località Calvario e poco prima di raggiungere il centro abitato la cava si può intravedere circa 50 metri sopra strada ed appare come uno sperone roccioso di colore rosa di circa 15 metri di altezza per 10 di larghezza; per raggiungerla, visto che i terreni lateralmente adiacenti sono di proprietà privata e recintati, è necessario risalire direttamente dalla strada prima il muro di contenimento in cemento armato alto circa 2 metri (utile una piccola scala) e poi risalire il ripido valloncello erboso che conduce direttamente alla cava.

L’aspetto non è quello di una cava vera e propria in quanto è stata sfruttata in modo saltuario principalmente nei primi decenni del ‘900 con tecniche antiquate, senza l’utilizzo del filo elicoidale, quindi non sono presenti veri e propri “tagli”; alla base della parete rocciosa è presente un piccolo piazzale con detriti di marmo completamente invaso dalla vegetazione; la quantità di marmo che vi è stato estratto è modesta ed è stato utilizzato quasi esclusivamente per piccoli lavori nelle chiese del paese e del circondario seppur in piccola misura rispetto al marmo verde; in tempi più recenti è stato utilizzato per la realizzazione di piccoli lavori di abbellimento pubblico (fontane ecc.).

Nella ristrutturazione della Chiesa Madre di Gimigliano (chiesa del SS. Salvatore), terminata nel 1912, furono utilizzate per la facciata quattro colonne monolitiche di marmo rosa che furono lavorate sul posto da artisti Gimiglianesi.

Nella stessa chiesa nella realizzazione all’interno dell’abside del tempietto/trono che racchiude il quadro della Madonna di Porto sono state inserite due colonne monolitiche in marmo rosa (il lavoro fù curato dalla ditta Tagliamone di Catanzaro su disegno dell’ing. Rosario Mastroianni utilizzando varie tipologie di marmi non solo locali e fù inaugurato il 27 maggio 1939).

Nella realizzazione della nuova stazione di Reggio Calabria nel 1938 furono usati molte varietà di marmo tra i quali anche il persichino di Gimigliano.

Riguardo al palazzo ex Amministrazione Provinciale di Catanzaro edificato tra il 1920 ed il 1925 un articolo comparso sul n° 2 del mensile di lettere ed arte “Il Calabrese” riporta: “…la facciata, a larghe e ricche bugnature, è tutta in pietra artificiale lavorata, con balconate e balaustra, adornate di ricchissimi fregi e di non meno ricche cimase. Essa è sormontata da una lunga fascia di marmo rosa che vuole indicare la pregevolissima qualità che di questo marmo esiste in Calabria”.

Anche il pavimento dell’Oratorio della Reale Arciconfraternita di Maria SS. del Rosario a Catanzaro è costituito da riquadri in marmo bianco, rosa e verde di Gimigliano.

Nel primo censimento dei geositi e geoparchi della provincia di Catanzaro completato lo scorso anno dal geologo Fabio Procopio per conto dell’amministrazione provinciale, è stato inserito anche il geosito “crosta oceanica di Gimigliano” (con riferimento all’origine delle rocce ivi affioranti) ed è allo studio dell’amministrazione comunale di Gimigliano la possibilità di creare un geoparco con vari itinerari per la valorizzazione del patrimonio geologico e delle antiche cave della pietra verde (archeologia industriale); sicuramente non verrà trascurata la “preziosa” cava di marmo rosa e così pure le miniere di ferro del fosso Patia che saranno argomento di un altro capitolo in corso di stesura.

Bibliografia:

AMODIO MORELLI L., BONARDI G., COLONNA V., DIETRICH D., GIUNTA G., IPPOLITO F., LIGUORI V., LORENZONI S., PAGLIONICO A., PERRONE V., PICCARRETA G., RUSSO M., SCANDONE P., ZANETTIN LORENZONI E., ZUPPETTA A. (1976) – L’Arco Calabro-Peloritano nell’orogene appenninico-maghrebide – Memorie della Società Geologica Italiana, n° 17, 1976, pp. 1-60

COLONNA V., ZANETTIN LORENZONI E. (1972) – Gli scisti cristallini della Sila piccola  2°: i rapporti tra la formazione delle filladi e la formazione delle pietre verdi nella zona di Gimigliano – Memorie della Società Geologica Italiana, n° 11, 1972, pp. 261-292

CORTESE E. (1934) – Descrizione Geologica della Calabria – Firenze, Tipografia Mariano

Ricci (ristampa della I edizione del 1895 – ristampa della Gangemi Editore)

LIBERI F., MORTEN L., PILUSO E. (2006) – Geodynamic significance of ophiolites within the Calabrian Arc - Island Arc, 2006, n. 15, pp. 26-43

PENTA F. (1932) – Marmi graniti e porfidi della Calabria – In Marmi pietre e graniti nell’arte nell’industria nel commercio – Rassegna bimestrale ufficiale della Federazione nazionale fascista dell’industria del marmo graniti e pietre – Anno 10, n. 2 (mar./apr. 1932), pp. 30 - 39

ROSSETTI F., FACCENNA C., GOFFE’ B., FUNICIELLO R., MONIE’ PATRICK (2002) – Tectono metamorphic evolution of the ophiolite-bearing HP/LT Gimigliano-Monte Reventino unit (Gimigliano, Sila Piccola): Insights for the tectonic evolution of the Calabrian Arc - Bollettino della Società Geologica Italiana, n. 121, 2002, pp. 51-67

Altre fonti:

Vari siti internet (Comune di Gimigliano, Provincia di Catanzaro ecc.)

Nota: ulteriori notizie su questo argomento (storia delle escavazioni, presenza di altre cave, altri luoghi di utilizzo, altri minerali ritrovati,  ecc.) sono ben gradite e mi possono essere comunicate via e-mail.

La cava di marmo rosa vista dalla miniera di ferro di Fosso Patia

La cava di marmo rosa vista dalla strada

La cava di marmo rosa

Il marmo rosa di Gimigliano grezzo e lavorato a cabochon

Cabochon di marmo rosa

Anello in argento con cabochon di marmo rosa

Cristalli di calcite di circa 7 mm su marmo rosa

                                        

              L’abside della Chiesa Madre di Gimigliano         Il trono della Madonna del Porto nella Chiesa Madre

               con il trono della Madonna del Porto            di Gimigliano con le due colonne di marmo rosa

 

 

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Ultimo aggiornamento:  04-01-08                                Copyright 2003-2008                         Per info contattare il  Webmaster