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 Demetrio Calafiore

 

Il cui nome è legato alla epica letteratura Scilla e Cariddi cantata dall’Omero, rinomata stazione turistico balneare, dista 23 Km da Reggio Calabria e 10 Km da Villa San Giovanni, contando su una popolazione pari a circa 5100 abitanti.

Scilla fu un grosso centro marinaro che commerciava con Venezia e con altri importanti porti del Mediterraneo.

Al centro del paese, sono ancora oggi visibili interessanti palazzine nobiliari che richiamano l’architettura di un tempo, le chiese, il Castello dei Ruffo, ricco di storia e numerose edicole votive, testimonianza della fede popolare che caratterizza gli scillesi.

La particolarità di Scilla sta nel fatto che la catena appenninica dell’Aspromonte occidentale, precipita verso il mare su uno scenario fantastico che domina la Rupe di Ulisse, simbolo della cittadina.

Resta tra i luoghi più fotografati d’Italia, mantenendo sempre vive le sue tradizioni, come la rinomata sagra del pescespada e la festa di San Rocco, patrono della cittadina.

                           

 

LA LOCALITA’

Scilla, unitamente al litorale che va verso nord, è noto anche come Costa Viola per via della tipica colorazione violacea, che assume il mare e la montagna verso il tramonto.

La costa, che è alta e frastagliata, ha una lunghezza di circa 30 Km e comprende le località balneari di Favazzina, frazione di Scilla ed i comuni di Bagnara Calabra, Seminara e Palmi.

Con l’ausilio di una barca, si potranno ammirare spiaggette sabbiose interrotte dalla montagna rocciosa, meta di numerosi natanti visto che non ci si può arrivare via terra e dove a loro volta, è possibile scorgere delle piccole grottine formate dall’erosione del mare.

Il centro di Scilla, dominato dal Castello dei Ruffo, divide la cittadina in due baie ed un terrazzo sui quali si sono formati i tre quartieri principali: Chianalea, Marina Grande e il quartiere di San Giorgio.

Il passaggio dal mare alla montagna è veramente breve, in pochi chilometri, attraversando i Piani di Melìa, frazione anch’essa di Scilla, si arriva alla località di Gambarie, nel territorio comunale di Santo Stefano d’Aspromonte, rinomata stazione turistica e sciistica a 1300 m. s.l.m.

 

LA STORIA

Per la posizione dominante sullo Stretto di Messina, Scilla fu da sempre un punto strategico per il controllo dei mari.

Primi abitanti furono i Tirreni, seguirono i Greci che si insediarono costruendo le prime fortificazioni e successivamente anche i romani, durante il IV sec. a.C. contribuirono alla crescita della cittadina come centro marinaro.

Successivamente fu il periodo dei Normanni, degli Svevi, degli Angioini e degli Aragonesi, questi ultimi, nel 1421 assegnarono il feudo, come premio di fedeltà, alla famiglia De Nava di Reggio.

I Ruffo di Calabria furono tra le principali casate che dominarono la regione durante il Regno di Napoli, divenendo signori di molte località calabresi, tra cui Bagnara.

Nel 1783 un terribile terremoto scosse la Calabria e la Sicilia, provocando enormi danni anche a Scilla, chiese ed edifici andarono distrutti, numerose furono le vittime, anche il convento dei monaci Basiliani, dedicato a San Pancrazio (IX sec. a.C.) andò completamente distrutto.

Nel 1806 si insediarono prima i francesi e poi gli inglesi contribuendo alla ricostruzione della cittadina, purtroppo, un secondo terremoto disastroso (1908) scosse Scilla, condizionandone la prosperità.

 

IL MITO

Risaliamo per un attimo la letteratura epica con la famosa pagina dell’ Odissea scritta dall’ Omero.

Scilla, era figlia di Foreo e Crateide, ninfa innamorata di Glauco, giovane pescatore.

Un giorno si recò dalla Maga Circe per confidare il suo amore verso Glauco e la maga, incuriosita dalla descrizione dell’uomo, andò alla spiaggia per poterlo vedere.

La maga se ne invaghì e temendo la competizione con Scilla, pensò di trasformarla in un mostro marino.

La creatura fu il terrore di tutti i naviganti che tentavano di avvicinarsi alla costa calabrese, scatenando terribili tempeste e divorando tra le sue fauci intere navi.

Gli stessi uomini di Ulisse furono inghiottiti in un sol boccone dal mostro e solo l’intervento di Glauco, lasciatosi morire per amore di Scilla e trasformatosi in Tritone marino, riusciva a placare le tempeste scatenate dalla creatura.

All’ira di Scilla si aggiungeva anche la furia di Cariddi, vortice che prendeva origine nella costa siciliana dello Stretto.

Cariddi, figlia di Nettuno e della Terra, per aver rubato i buoi di Ercole venne fulminata da Giove e scaraventata in mare, dove fu tramutata in una spaventosa voragine.

Da qui ne deriva il mito epico di Scilla e Cariddi, successivamente cantato nell’Inferno da Dante Alighieri.

Altro mito legato alla cittadina, racconta di un grossa aquila reale che scelse Scilla per nidificare ma non riuscendo a portare a termine la sua covata, rimase straziata dal dolore svolazzando su Scilla.

Giove, per non vederla soffrire, decise di pietrificarla e secondo tale leggenda, la rocca dove oggi sorge il castello, altro non sarebbe che la testa dell’aquila pietrificata.

In effetti, vista dalle alture, Scilla somiglia moltissimo ad un aquila con le ali aperte, (Marina Grande e Chianalea) e con la testa corrispondente al castello.

 

IL CASTELLO

Il castello dei Ruffo è costruito su una roccia dominante sul porticciolo turistico, su Marina Grande e Chianalea.

Fu fatto erigere tra i sec. VIII e IX, ospitando in origine un convento di monaci basiliani.

Vista la posizione dominante, il castello fu storicamente costruito dai Greci e successivamente, occupato da Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi.

Tra coloro che occuparono le stanze del maniero, vi fu Garibaldi nel 1860, dopo il primo dei due sbarchi in Calabria.

Sul portone principale, ancora oggi è visibile lo stemma a bassorilievo della famiglia dei Ruffo.

Al suo interno è collocata una lapide che ricorda il restauro effettuato durante il VI sec.

Il castello è articolato su due piani più un sotterraneo, che ospitava un tempo la cantina dei monaci, in seguito fu anche utilizzato come carcere.

Tra gli anni 60 e 90 è stato oggetto di diversi restauri e nel corso degli scavi effettuati nell’area del castello, sono stati scoperti nuovi ambienti, scheletri, monete e oggetti vari.

Attualmente è sede del faro della Capitaneria di Porto e trovano alloggio alti tralicci che fungono da ripetitori di segnale per emittenti radio televisive.

L’edificio meriterebbe ulteriori interventi per il suo recupero totale, incentivando inoltre, ulteriori studi e saggi archeologici.

             

 

       

 

IL BORGO DI SAN GIORGIO

Nell’omonimo borgo ormai di notevole espansione, ha sede la Chiesa di San Giovanni, distrutta dai terremoti e tuttora baraccata, ricostruita in legno dopo il 1908 a spese del pontefice Pio X.

Su Via Umberto I° insiste la Chiesa del Rosario e non lontano la casa di Raffaele Piria, illustre chimico scillese noto per il suo celebre trattato di chimica inorganica, edificio che risale al 1700.

Piazza San Rocco, con l’omonima chiesa, è il belvedere chiamato anche Vertigine, dal quale si ammirano panorami incantevoli verso i Laghi di Ganzirri, Capo Milazzo e le Isole Eolie.

La fondazione della chiesa risale al XV sec., l’abside ospita la statua lignea di San Rocco che viene portata in processione durante i festeggiamenti patronali nel mese di agosto.

All’esterno, si notano le suggestive scale che portano verso la Chiesa dell’Immacolata o Chiesa Matrice, addossata al castello e di antichissima fondazione, distrutta e poi ricostruita, raggiungendo il suo massimo splendore in età barocca.

L’edificio attuale, conserva alcune colonne ed una scultura del XVII sec. raffigurante l’Immacolata, posta sulla facciata esterna.

                

 

IL BORGO DI CHIANALEA (la piccola Venezia del Sud)

E’ il borgo dei pescatori, caratteristico rione, vi si arriva da due lati, attraverso due gallerie artificiali con vista sul mare, che passano sotto la rocca.

Una volta arrivati all’inizio del borgo, si lascia l’auto e si prosegue a piedi.

Lungo la via, il profumo del mare e delle cucine caserecce è davvero intenso.

Si susseguono scorci con viste di case che sembrano galleggiare sull’acqua, barche tirate verso l’interno, pescatori intenti a riparare reti e nasse, scalinate, edicole votive e fontane, tra cui la fonte monumentale scavata nella roccia.

Si ha le sensazione di entrare nelle abitazioni, tale è l’intimità del quartiere, ascoltando le voci delle famiglie e cogliendo attimi di vita emozionanti.

Una serie di scogli sembra proteggere le case più esposte in inverno alla furia del mare, molte abitazioni hanno finiture particolari, addirittura si possono ammirare un terrazzo a forma di nave, balconi trasparenti che danno l’impressione di camminare sopra l’acqua, case unite tra loro da arcate, dai colori particolari, reti da pesca stese lungo le pareti.

A metà strada, un tunnel conduce al mare, verso una veduta davvero suggestiva, si possono infatti ammirare in tutta la loro maestosità, le abitazioni a stretto contatto con l’acqua.

Ed ancora locali tipici adagiati su palificate in mezzo al mare, Palazzo Scategna risalente al XV sec. ed ora adibito a lussuoso Hotel che gode di fama internazionale.

Lungo la principale via vi sono altre architetture interessanti quali Palazzo Giordani del 1543, la Casa Ruffo, la Villa Zagari e la Chiesetta di San Giuseppe dove moltissimi coppie vi si sposano per la suggestiva particolarità di essere vicina al mare.

I fondali di Chianalea sono ricchi di rocce e di vegetazione, rappresentando una meta interessante per gli amanti del turismo subacqueo e per gli studi geologici.

        

 

MARINA GRANDE (o Gornelle)

Quartiere che nel 700 ricopriva un importante ruolo marinaresco per il commercio, con l’utilizzo delle feluche, tipiche imbarcazioni facilmente manovrabili.

Marina Grande, chiamata dagli scillesi Gornelle, è tipicamente località turistica, ricca di bar, ristoranti rinomati per la cucina tipica a base di pesce, locali notturni per giovani e soprattutto, dove si trova la bellissima Spiaggia delle Sirene, uno degli arenili più frequentati dai bagnanti.

Di particolare interesse è la Chiesa dello Spirito Santo in stile barocco, costruita nel 1752 come riporta una lapide esterna.

Fu sede della confraternita religiosa risalente al XVI sec., della quale fecero parte tutto il ceto dei marinai.

E’ la chiesa simbolo di Marina Grande, marmi, fregi, targhe e stucchi sottolineano la particolarità dell’interno con il settecentesco altare in marmo e del suo esterno.

Vicino vi è l’antico Palazzo Ruffo e le viuzze tipiche del borgo, che certamente meritano un susseguirsi di scatti fotografici.

                                  

 

NELLE VICINANZE

Si possono ancora oggi vedere alcuni tratti dell’antica Via Popilia, che in epoca romana fu costruita nel 128 a.C. per collegare la Calabria e la Sicilia.

La via partiva da Catona, circoscrizione comunale di Reggio Calabria, dove avvenivano i collegamenti con la Sicilia e toccava l’interno collinare di Melìa e Solano, per poi proseguire verso nord, lungo vallate e costeggiando numerose fiumare.

A circa 10 Km dal centro di Scilla si trova Melìa (660 m. s.l.m.), abitato circondato da boschi di castagno e dove sgorga la Sorgente di Paolo Re, nome che deriva dal Principe Paolo Ruffo che fece costruire la fontana e la cui acqua è nota per le sue proprietà.

Nelle vicinanze vi sono le Grotte di Tremusa risalenti al Pliocene e dove si possono ancora oggi ammirare depositi di conchiglie, stalattiti e stalagmiti.

In zona collinare è la frazione di Solano, dove la Via Popilia raggiungeva la sua massima altitudine e dove, in località Forche, sono stati rinvenuti reperti risalenti al II sec. a.C..

Vi è anche la località di Favazzina che sorge tra agrumeti e vicino la foce dell’omonima fiumara, nel tratto in cui la montagna precipita verso il mare e le cui sorgive erano impiegate per la produzione di energia elettrica (sono visibili ancora oggi i resti di una vecchia centrale idroelettrica).

A Favazzina  si trovano i ruderi di un antica filanda e di una fabbrica di cera, risalenti entrambi al XIX sec., e antichi mulini abbandonati.

Per poter visitare l’interno ancora intatto nelle attrezzature, chiedere maggiori informazioni presso il bar principale della famiglia Fucà.

 

COME RAGGIUNGERE SCILLA

Dall’Aeroporto dello Stretto “Tito Minniti” di Reggio Calabria, poi utilizzare i mezzi di trasporto presenti in loco (taxi, autolinee regionali e private).

Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscite da Nord e da Sud.

Ferrovie dello Stato, da Nord e da Sud, Scilla è stazione di fermata per quasi tutti i treni.

 

MANIFESTAZIONI

Festeggiamenti in onore di San Giuseppe – 19 Marzo

Festeggiamenti in onore di San Francesco – Seconda domenica di Maggio

Sagra del Pescespada – Prima settimana di Agosto

Festa di San Rocco – Prima domenica successiva al 16 agosto con fuochi pirotecnici

Estate Scillese – Manifestazioni da Giugno a Settembre

Natale Scillese

 

Pro Loco Scilla

Piazza San Rocco – 89058 Scilla (RC)

Tel.: +39 0965 754003

 

 

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Ultimo aggiornamento:  10-01-08                                Copyright 2003-2008                         Per info contattare il  Webmaster